“volsi meravigliato lo sguardo verso l’alto e davanti a me, con un sorprendente colpo d’occhio,
vidi aprirsi la piazza del Duomo, un’immagine straordinariamente bella e ardita”...
“Tutto ciò avvolgeva lo sguardo, immerso in una musica di accordi perfetti; lì accanto, fantastica,
alta, indicibilmente alta e orgogliosa, quasi impressionante, svettava nel cielo una torre che smarriva
nella notte la sommità di piccole gallerie colonnate. Rimasi fermo sotto la pioggia battente assorbito
da quella meravigliosa visione, colmo di gioia e commosso dalla grandezza e dall’audacia quasi sfrontata
di queste costruzioni. Senza dubbio queste volute gigantesche risalivano ad un’epoca più tarda rispetto
alla parte sottostante; erano state apposte là sopra, con ardimento e leggiadria, in pieno Rinascimento
e, sebbene fossero di un’altra epoca ed appartenessero a tutto un altro mondo rispetto all’antica
costruzione romanica, dominavano con la sicurezza che così dovesse essere. E così era tutto il resto
in questa favolosa piazza, tutto aveva un aspetto ardito e tutto era gigantesco ed estremamente
bizzarro, pure era tutto bello, denso di senso e di misura. La prima impressione, quasi di spavento,
divenne più dolce e quieta, lasciando risuonare in me un’eco pura e gioiosa, anche quando il moto di
sorpresa era da tempo svanito.”...
Da “Viaggi in Italia” di Herman Hesse
Molti nomi noti hanno scritto e cantato di questa città ma solo vivendola, scoprendone gli angoli nascosti,
osando nel gustare i sapori della sua cucina, apprezzando il silenzio che l’avvolge con il calare della sera
ci si ritrova a vivere una dimensione ormai divenuta rara nel caos delle metropoli.
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